Il filosofo di campagna, libretto, Londra, Griffin, 1768

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Luogo campestre con casa rustica di Nardo.
 
 LENA, EUGENIA e RINALDO
 
 LENA
 Se a voi preme far presto, ho fretta anch'io.
 V'offrii l'albergo mio; ma con un patto,
 che subito sul fatto
845in mia presenza e d'altro testimonio
 si faccia e si concluda il matrimonio.
 EUGENIA
 Sì sì ne son contenta.
 RINALDO
 V'aspetteremo in casa, se v'aggrada.
 LA LENA
 Eugenia, andate pur; questa è la strada.
850Ma a voi non sia discaro
 di venir meco a prendere il notaro. (Partono)
 EUGENIA
 Nell'albergo di Nardo,
 che sposar mi dovea, mi porta il fato
 fra le braccia del mio Rinaldo amato.
 
855   Che più bramar poss'io?
 Che più dal cielo aspetto?
 Potrò col mio diletto
 la pace rincontrar. (Parte)
 
 SCENA II
 
 NARDO e LESBINA
 
 NARDO
 Sì, cara mia Lesbina,
860or or verrà la Lena col notaro,
 per distendere il solito contratto;
 e si faranno i due sponsali a un tratto.
 LESBINA
 Dunque quando è così, torniamo a casa,
 andiam, caro sposino.
 NARDO
865Aspettate, Lesbina, anche un pochino.
 LESBINA
 (Non vorrei che venisse).
 NARDO
                                                 A me badate.
 Prima che mia voi siate,
 a voi vo' render note
 alcune condizion sopra la dote.
 LESBINA
870Qual dote dar vi possa
 voi l'intendeste già.
 Affetto ed onestà,
 modestia, ritrosia
 ed un poco di buona economia.
 NARDO
875Così mi basta; e appunto
 di questo capital che apprezzo molto
 intendo ragionar.
 LESBINA
                                   Dunque v'ascolto.
 NARDO
 Di quanto promettete
 non vo' troppo né poco,
880perché il poco non basta e il troppo annoia;
 e la mediocrità sempre è una gioia.
 LESBINA
 Ho inteso il genio vostro;
 non vi sarà pericolo
 ch'io vi voglia spiacer neanche in un piccolo.
 NARDO
885Quando è così, mia cara,
 porgetemi la mano.
 LESBINA
                                       Eccola pronta.
 NARDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 
 LESBINA
 
    Lieti canori augelli
890che tenerelli amate,
 deh testimon voi siate
 del mio sincero amor.
 
 NARDO
 
    Alberi, piante e fiori,
 i vostri ardori ascosi
895insegnino a' due sposi
 il naturale amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l'augel risponda:
 «Ama lo sposo ognor».
 
 NARDO
 
    Dice la terra e l'onda:
900«Ama la sposa ancor».
 
 LESBINA
 
    La rondinella
 vezzosa e bella
 solo il compagno
 cercando va.
 
 NARDO
 
905   L'olmo e la vite,
 due piante unite
 a' sposi insegnano
 la fedeltà.
 
 LESBINA
 
    Io son la rondinella.
910Ed il rondon tu sei.
 
 NARDO
 
 Tu sei la vite bella,
 io l'olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido,
 nel caro nido
915vieni, t'aspetto.
 
 NARDO
 
 Prendimi stretto,
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
    Soave amore,
920felice ardore,
 alma del mondo,
 vita del cor?
 
    No, non si trova,
 no, non si prova
925più bella pace,
 più caro ardor? (Partono)
 
 SCENA III
 
 LENA e CAPOCCHIO
 
 LENA
 Sentite, se si fanno
 scritture in casa mia,
 voglio la senseria.
 CAPOCCHIO
                                   Come?
 LENA
                                                   Dirò,
930se mi mariterò,
 come spero di farlo prestamente,
 la scrittura m'avete a far per niente.
 CAPOCCHIO
 Per niente? Oh questo no! Tutto farei,
 fuor che pregiudicar a' lucri miei.
 LENA
935Dunque un altro piacer non mi negate.
 CAPOCCHIO
 Se c'è da guadagnar, son qui, parlate.
 LENA
 Maritarmi vorrei con civiltà.
 CAPOCCHIO
 Questo far si potrà.
 LENA
                                      Ma fate subito.
 CAPOCCHIO
 Di trovarvi un marito io non ne dubito.
940Ma sentite un tantin; vi parlo chiaro;
 sarò pronto a servirvi, ma denaro.
 Questo vuol dir aver molto studiato
 e saper ragionar da letterato.
 
    Io sono un libro aperto,
945di tutto so parlar.
 
    Un logico più esperto
 non v'è nel disputar.
 
    So dir nego maiorem,
 so dir probo minorem,
950retorqueo, distinguo, concedo;
 e a forza d'argomenti
 io voglio aver ragion. (Parte)
 
 LENA
 Per mezzo di Capocchio in men d'un giorno
 secondo il genio mio spero un marito;
955perché se troppo in casa me ne resto,
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Ogn'anno passa un anno,
 l'età non torna più.
960Passar la gioventù
 io non vorrei così;
 ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
 civile, graziosetto,
965che non dicesse un no,
 quando gli chiedo un sì.
 
 SCENA IV
 
 DON TRITEMIO infuriato, poi NARDO di casa
 
 TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
 dove sei? Non ti trovo. Ah se la perfida
 mi capita alle mani,
970lo vo' sbranar, come fa l'orso i cani.
 Son fuor di me; son pieno
 di dispetto, di rabbia e di veleno.
 NARDO
 Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
 TRITEMIO
975Ah, sono assassinato?
 M'han la figlia involato?
 Non la trovo; non so dov'ella sia.
 NARDO
 E non v'è altro?
 TRITEMIO
                                Una minchioneria!
 NARDO
 Eugenia vostra figlia
980è in sicuro, signor, ve lo prometto;
 è allegra collo sposo nel mio tetto.
 TRITEMIO
 Là dentro?
 NARDO
                       Signorsì.
 TRITEMIO
 Eh, burlate!
 NARDO
                         È così.
 TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
985una bella insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta e vi vorrà pazienza.
 TRITEMIO
 Dov'è? La vo' veder.
 NARDO
                                        Per ora no.
 TRITEMIO
 Eh, lasciatemi andar.
 NARDO
                                          Ma non si può.
 TRITEMIO
 La volete tener sempre serrata?
 NARDO
990Sì; fin che è sposata.
 TRITEMIO
 Questa è una mala azion che voi mi fate.
 NARDO
 No, caro amico, non vi riscaldate.
 TRITEMIO
 Non m'ho da riscaldare?
 E vi par questo un modo di trattare?
 
995   Corpo del diavolo!
 Questo è un po' troppo.
 Che? Sono un cavolo?
 Sono irritato,
 sono arrabbiato;
1000la vo' finire,
 non vo' sentire,
 non ho pietà.
 
    Vo' rovinarvi,
 vo' vendicarmi;
1005ed in giudizio
 un precipizio
 ne nascerà.
 
    Come? Che dite?
 Eh, Nardo mio,
1010mi maraviglio;
 basta così. (Parte)
 
 SCENA ULTIMA
 
 NARDO, poi LENA, dopo DON TRITEMIO, indi tutti gli attori
 
 NARDO
 Io crepo dalle risa!
 Ma creda quel che vuol, non mi confondo;
 una gabbia di matti è questo mondo. (Parte)
 LENA
1015Mi fa mille anni. Certo ho un gran prurito
 d'avere un cittadino per marito.
 TRITEMIO
 La rabbia mi divora! Olà ragazza,
 cosa si fa là dentro?
 LENA
 Finito è l'istrumento;
1020si fan due matrimoni.
 Fra gli altri testimoni,
 che sono cinque o sei,
 se comanda venir, sarà ancor lei.
 TRITEMIO
 Questi sposi quai son?
 LESBINA
                                            La vostra figlia
1025col cavalier Rinaldo.
 TRITEMIO
 Cospetto! Mi vien caldo!
 LENA
 E l'altro, padron mio,
 è la vostra Lesbina col mio zio.
 TRITEMIO
 Come! Lesbina? Ohimè! Io non lo credo!
 LENA
1030Eccogli tutti quattro.
 TRITEMIO
                                        Ahi! Cosa vedo?
 
 EUGENIA
 
    Ah, genitor, perdono!
 
 RINALDO
 
 Suocero, per pietà!
 
 LESBINA
 
    Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Questa è la verità.
 
 TRITEMIO
 
1035   Perfidi scellerati!
 
 TUTTI
 
    Sia per diletto,
 sia per dispetto,
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine